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RESISTERE ALLE TENTAZIONI

Perché alcune persone riescono a stringere i denti e aspettare, mentre altre preferiscono accontentarsi di poco, ma subito? La nostra capacità di resistere alle tentazioni dipenderebbe da alcune aree cerebrali che regolano la memoria, e in particolare dall’ippocampo, come dimostra una ricerca del Brain and Spine Institute di Parigi pubblicata su PLOS Biology. Capire come

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    Perché alcune persone riescono a stringere i denti e aspettare, mentre altre preferiscono accontentarsi di poco, ma subito?

    La nostra capacità di resistere alle tentazioni dipenderebbe da alcune aree cerebrali che regolano la memoria, e in particolare dall’ippocampo, come dimostra una ricerca del Brain and Spine Institute di Parigi pubblicata su PLOS Biology.

    Capire come il cervello gestisca le scelte intertemporali è di cruciale importanza per coloro che lavorano a campagne di prevenzione contro i danni da fumo e alcol (meglio bere un bicchiere ora o guadagnarci in salute in futuro?) o per le compagnie assicurative.

    Recenti studi basati sull’imaging cerebrale hanno mostrato come, nella decisione di aspettare in cambio di un più sostanzioso tornaconto, sia coinvolta la porzione dorsolaterale della corteccia prefrontale – una regione implicata nel controllo del comportamento.

    «Questo paradigma però non spiega un aspetto fondamentale del nostro vissuto quotidiano» commenta Mathias Pessiglione, tra gli autori dello studio «e cioè che mentre le ricompense immediate sono percepibili attraverso i nostri sensi, quelle future non lo sono e devono essere rappresentate con l’immaginazione».

    Per ricreare questa situazione in laboratorio gli scienziati hanno messo alcuni soggetti di fronte a scelte concrete (per esempio: meglio una birra oggi o una bottiglia di champagne tra una settimana?). Le opzioni immediate sono state rappresentate con una foto, quelle lontane descritte a parole, per testare la capacità immaginativa.

    Le tecniche di imaging cerebrale hanno mostrato come, in questo secondo caso (ricompensa più lauta e in là nel tempo) sia coinvolto l’ippocampo, una struttura cerebrale necessaria a immaginare situazioni future con ricchezza di dettagli. Un fatto confermato anche dalle difficoltà di alcuni pazienti con ippocampo danneggiato (come persone affette da morbo di Alzheimer) a immaginare obiettivi e ricompense future.

    La prossima volta che cederete a una tentazione immediata e fugace, senza aspettare più generose prospettive, saprete allora chi ringraziare.

    FONTE:

    http://www.focus.it/

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