Otto regole di vita dallo Stoicismo: se avete mai sofferto di ansia o depressione, potreste trovare un certo conforto nell’ antica filosofia Stoica. Se state pensando agli stoici come a persone che nascondono le proprie emozioni, è necessario rivedere questa credenza.
Secondo Jules Evans, autore di “Philosophy for Life and Other Dangerous Situations: Ancient Philosophy for Modern Problems” , la combinazione tra filosofia e psicologia non è solo pratica; è un metodo efficace per rapportarsi alle problematiche del giorno d’oggi. In modo non dissimile alla terapia cognitivo comportamentale, il pensiero classico a cui Evans si riferisce, utilizza la mente per gestire le nostre emozioni più disfunzionali. Per chiunque ritenga di avere una sottile tendenza analitica o chi si sia trovato a vivere periodi infelici e difficili – come lo stesso Evans negli anni del college – questa combinazione può essere estremamente vantaggiosa.
Evans, autore e giornalista, è direttore del Centre for the History of Emotions alla Queen Mary, Università di Londra, e collaboratore della London Philosophy Club.
Ecco alcune delle line guida da prendere in considerazione, così come Evans le ha proposte:
1) Non sono gli eventi a causare sofferenza, ma la nostra interpretazione degli stessi
Gli Stoici ritenevano che siamo in grado di modificare le emozioni cercando di comprendere come sono connesse alle nostre credenze e attitudini. Spesso, ciò che ci porta a soffrire non è un evento in particolare, ma l’opinione che ne abbiamo. Possiamo percepire una situazione più grave di quanto realmente sia in base a come ci poniamo di fronte alla stessa. Questo non significa “pensare positivo” – ma semplicemente essere più consapevoli di come le nostre attitudini e credenze possono influenzare la nostra realtà emotiva.
2) Le nostre opinioni/interpretazioni sono spesso inconsapevoli, ma possiamo portarle a un livello cosciente ponendoci alcune domande
Socrate disse che siamo sonnambuli che percorrono la vita, inconsapevoli di come viviamo, senza domandarci se le nostre opinioni sulla vita siano corrette o saggie. Il modo per far emergere le credenze inconsapevoli a livello cosciente è quello di farsi delle domande: Per quale motivo provo delle emozioni così intense? Quale interpretazione, pensiero mi ha portato a sentirmi così? Si tratta di un pensiero completamente vero? Quali sono le prove a favore? Gli Stoici utilizzavano un diario per registrare i loro pensieri automatici e per sottoporli a esame.
3) Non possiamo controllare tutto ciò che ci accade ma possiamo controllare la nostra reazione
Epiteto, il filosofo schiavo, divise le esperienze umane in due domini – le cose che possiamo controllare e quelle che non possiamo controllare. Non possiamo controllare le altre persone, il tempo, l’economia, i nostri corpi e la salute, la nostra reputazione , il passato e il futuro. Le uniche cose sulle quali abbiamo il pieno controllo sono le nostre credenze – se scegliamo di esercitare questo controllo. Ma spesso cerchiamo di esercitare il controllo su fattori esterni, per poi sentirci insicuri o arrabbiati di fronte al fallimento. Oppure ci rifiutiamo di prenderci la esponsabilità per i nostri pensieri e le nostre credenze, utilizzando il mondo esterno come alibi. Concentrarsi su ciò che possiamo controllare è il metodo più potente per ridurre l’ansia e affermare la nostra individualità in situazioni caotiche. La “Preghiera della Serenità” rappresenta bene questa idea.
4) Scegliere la propria prospettiva saggiamente
In ogni momento della giornata possiamo scegliere la prospettiva da assumere nei confronti della vita, come il regista di un film che sceglie l’angolazione di una ripresa. Uno degli esercizi che gli Stoici praticavano è “osservare dall’alto”: quando ci si sente sotto pressione per qualche motivo, si proietta la propria immaginazione nello spazio, visualizzando la grandezza dell’universo. Da questa prospettiva cosmica, la seccatura perde di importanza – e si riesce a trasformare una montagna in un cumulo di terra.
Un’altra tecnica che gli Stoici utilizzavano (così come i Buddisti e gli Epicureani) era quella di riportare l’attenzione al momento presente se si accorgevano di preoccuparsi eccessivamente per il futuro o di ruminare sul passato. Seneca disse a un amico “Qual è l’utilità di far riemergere sofferenze che sono passate, quella di sentirsi infelici ora perché si è stati infelici allora?.
5) Il potere delle abitudini
Una delle intuizioni degli Stoici, che la filosofia moderna ha perso di vista focalizzandosi sulla teoria, è l’importanza della pratica, dell’allenamento, della ripetizione ovvero delle abitudini. Dato che tendiamo a dimenticare, abbiamo bisogno di ripeterci delle idee più e più volte per fare in modo che diventino parte delle nostre abitudini. Potrebbe essere utile parlare dell’utilizzo che gli Stoici facevano delle massime, che servivano per riassumere le loro idee in brevi frasi o proverbi – “Tutto con moderazione” o “La migliore vendetta è l’indifferenza” – che si ripetevano quando necessario. Gli Stoici avevano anche dei piccoli quadernetti sui quali collezionavano le loro massime preferite.
6) L’ esperienza sul campo è vitale
Un’altra intuizione degli Stoici, sottovalutata dalla filosofia moderna, è l’importanza dell’esperienza sul campo. Una delle più belle frasi di Epiteto è “ è possibile che appariamo fluidi e sciolti durante le nostre lezioni in aula, ma trascinateci fuori e naufragheremo miseramente” . “Se stai cercano di migliorare il tuo carattere, allenati a non perderlo. Se stai cercando di non utilizzare il cibo come consolazione, allenati a mangiare meno cibo spazzatura.” Seneca disse : “ Gli Stoici vedono ogni difficoltà come un’opportunità per allenarsi”. Immaginate come sarebbe se la filosofia ci avesse assegnato dei compiti da svolgere quotidianamente, su misura, in base alle abitudini che dobbiamo rafforzare o indebolire, come allenarsi a chiedere a una donna di uscire o a non parlare male degli altri o a mostrare gentilezza nei confronti di qualcuno ogni giorno. Immaginate se le persone non ritenessero la filosofia “solo parole”.
7) La virtù è sufficiente per essere felici
Lo Stoicismo non era solo una terapia del benessere; era etica con una specifica idea sulla condotta di vita: lo scopo della vita era secondo gli Stoici, vivere secondo virtù. Credevano che si potesse vivere una buona vita, non cercando la ricchezza o il potere, ma facendo le cose giuste. È questo il segreto per essere felici, perché scegliere di vivere nel giusto è una scelta che chiunque di noi può fare, e non dipende dai capricci della sorte. Un filosofia esigente, ancora attuale per certi versi: fare le cose giuste è sempre una nostra facoltà.
8) Abbiamo doveri etici nei confronti della nostra comunità
Gli Stoici sono i pionieri della teoria del cosmopolitismo – l’idea secondo cui abbiamo obblighi etici non solo nei confronti della nostra famiglia o degli amici, ma verso tutta la comunità, anche quella umana. Talvolta i nostri obblighi morali possono talvolta stridere – tra i nostri amici e il nostro paese, o tra il nostro governo e la nostra coscienza (per esempio, avremmo lottato contro i Nazisti se fossimo cresciuti nella Germania del 1930?). Abbiamo davvero obblighi morali nei confronti delle persone che si trovano dall’altra parte del mondo? E verso le altre specie o le generazioni future?
Fonte www.psychologytoday.com