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DEMOTIVATI AL LAVORO?

Demotivati al  lavoro? Quali sono le 8 cause più comuni? Potete affermare  di amare davvero il vostro lavoro? Poco probabile se consideriamo le ricerche. Tra le altre cose, studi recenti evidenziano che il 48% dei lavoratori nel mondo non amano assolutamente il proprio lavoro, più dell’80% dei lavoratori Statunitensi si sentono stressati in ufficio e

Contenuti di questo post:

    Demotivati al  lavoro? Quali sono le 8 cause più comuni? Potete affermare  di amare davvero il vostro lavoro? Poco probabile se consideriamo le ricerche.

    Tra le altre cose, studi recenti evidenziano che il 48% dei lavoratori nel mondo non amano assolutamente il proprio lavoro, più dell’80% dei lavoratori Statunitensi si sentono stressati in ufficio e solo il 30% si sente “coinvolto e ispirato” dalla propria carriera. I problemi maggiori per i leader e gli imprenditori deriva dal 18% dei lavoratori che si sentono completamente “disconnessi” ovvero – nel tempo trascorso al lavoro odiano ogni minuto che passa.

    Motivo abbassamento produttività

    Tale mancanza di soddisfazione e motivazione costa tantissimo in termini di abbassamento della produttività.

    Ma cosa causa tale disinvestimento? Se state cercando di capire le cause della vostra insoddisfazione lavorativa o di fare un’esame del clima interno della vostra azienda, considerate questa lista di motivazioni alla base dell’odio nei confronti del lavoro.

    1. Micromanagement o eccesso di controllo
      I supervisori severi possono avere buone intenzioni – come cercare di ottenere un lavoro ben fatto – ma ci fanno diventare matti. Tale modalità di supervisione tende a “succhiare via la linfa” dalla nostra vita, causando uno stato di apatia al lavoro. In un esemplare articolo sui pericoli del micromanagement, Christina Bielaszka-DuVernay che collabora per il blog  HBR scrive “una delle caratteristiche del micromanagement è indirizzare al lavoratore un chiaro messaggio  di mancanza di fiducia nel suo operato e nella sua capacità di valutazione, creando le basi per  un reale disimpegno individuale”. Questi lavoratori possono rimanere nell’azienda e cercare di “tirare avanti” o decidere di andare via per ottenere una maggiore autonomia. Shala Marks della Recruiter.com afferma “le persone non “tagliano” con il lavoro, ma con i manager”
    2. Mancanza di progressi
      Come è ovvio che sia, la sensazione di ricevere denaro per nulla non è bella. Se da una parte sembra che le persone lavorino per il proprio salario, molti studi mostrano che desideriamo che il nostro lavoro “conti”. Quando un’azienda non ha regole condivise, o quando qualsiasi proposta o iniziativa da parte di un lavoratore non viene presa in considerazione, quest’ultimo perde ogni motivazione o passione iniziale. Le persone amano sentirsi efficaci più che “eccessivamente indaffarati”.  Le organizzazioni dovrebbero inoltre diventare consapevoli di quelle regole inutili per l’azienda (es. orari d’ufficio eccessivamente rigidi, l’utilizzo di internet, la gestione dei periodi di ferie). Quando i lavoratori cominciano a sentirsi controllati piuttosto che efficienti, diventano irritati.
    3. Insicurezza lavorativa
      Quando ci troviamo su una barca che affonda, cominciamo a prepararci al salto. Le persone che lavorano in compagnie instabili o ritenute “sacrificabili”, investono il necessario per ottenere lo stipendio e intanto si guardano intorno. Il resto dell’energia viene speso a “spettegolare” con i propri colleghi, aggiornare il proprio curriculum e programmare il prossimo spostamento. In qualità di leader, è estremamente difficile mettere in campo il proprio talento durante i periodi difficili. La cosa migliore da fare è comunicare il più possibile, conferendo alla squadra un senso di lealtà e fiducia. Non si può convincere le persone a restare, ma si può incoraggiare la trasparenza da entrambe le parti in modo da evitare sorprese.
    4. Mancanza di fiducia nella leadership aziendale
      Non è necessario amare i nostri leader ma è inaccettabile credere che siano incompetenti. Quando viene persa la fiducia in coloro che dovrebbero guidare l’azienda, la nostra fedeltà viene meno e smettiamo di seguirli incondizionatamente. È possibile divenire persino sovversivi. Il collaboratore di Forbes George Anders, cita un recente studio che conferma l’importanza di una buona leadership aziendale, dicendo, “i capi che ispirano fiducia nei lavoratori, che comunicano motivazione e stimoli.. vengono premiati da  una forza lavoro che è sempre pronta a raggiungere obiettivi.”
    5. Mancanza di conseguenze per le scarse performance
      Quando siamo a lavoro, desideriamo essere premiati e riconosciuti per i nostri contributi. Se questo non accade o peggio, le persone che fanno un lavoro mediocre ottengono lo stesso trattamento di chi lavora al meglio, è naturale “spegnersi” e lavorare seguendo il pilota automatico. Le aziende che non prendono in seria considerazione questioni legate alle prestazioni dei lavoratori, generano un abbassamento nella media complessiva.
    6. Scarsa qualità della comunicazione
      “Non attribuire mai alla cospirazione ciò che può essere spiegato con l’incompetenza”. In assenza di informazioni, i pettegolezzi si fanno strada. I lavoratori finiscono col sentirsi confusi e frustrati. E se manca la possibilità di interagire con la leadership per ottenere chiarimenti, le cose peggiorano. Dover investire troppo tempo  nella ricerca delle informazioni necessarie per svolgere il nostro lavoro è estenuante. Una chiara comunicazione interna non solo rende l’ambiente lavorativo più efficiente, ma ha un effetto ancora maggiore sull’umore e il senso di fiducia dei collaboratori.
    7. Colleghi spiacevoli
      L’esperienza ci ha di sicuro insegnato che, anche se a volte il lavoro che svolgiamo non è ben remunerato o particolarmente eccitante, può essere piacevole per l’ambiente che si crea e per i rapporti tra colleghi. Non possiamo sopravvalutare l’importanza di lavorare con persone che ci piacciono. L’amicizia come tutto, ha una serie di vantaggi e svantaggi. Un lavoro ben retribuito con possibilità di crescita professionale, con un gruppo di colleghi pronti ad accoltellarti alle spalle, è una buona ricetta per lo stress e il supplizio. Come negli anni hanno mostrato le ricerche di Gallup, e la professoressa Christine M. Riordan ha evidenziato “l’amicizia in ambito lavorativo aumenta la soddisfazione dei dipendenti del 50% e le persone che hanno un buon amico al lavoro hanno una probabilità sette volte maggiore di impegnarsi appieno nel loro lavoro”. Non è necessario avere un miglior amico al lavoro, ma è importante essere in grado di rilassarsi con i colleghi e godere della loro compagnia.
    8. Noia
      I lavoratori Gen Y (Generazione Y o generazione del “nuovo millennio”) sono rinomati per ricercare lavori che siano soddisfacenti e fonte di ispirazione, ma non sono i soli. Come rivelano le statistiche accolte dall’Huffington Post,  il 55% dei lavoratori delle generazioni X e Y (maggiori info sulle GEN X e Y) credono che trovare un lavoro soddisfacente a livello personale, valga a prescindere dal salario. Un recente sondaggio LinkedIn mostra inoltre un crescente desiderio di soddisfazione tra i vari gruppi di età e aree geografiche. La ricerca evidenzia che gli over 65 sono i più entusiasti del proprio lavoro, mostrando che la maggior parte di noi desidera “trovare ispirazione”, indipendentemente dalla carriera che stiamo facendo.

    Fonte: FORBES

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