Farmaci antidepressivi
Il corretto utilizzo dei farmaci antidepressivi, sotto la guida di un professionista della salute mentale, può alleviare alcuni sintomi della depressione.
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Ma gli antidepressivi non sono una soluzione definitiva per la depressione.
Il farmaco è raramente una soluzione a lungo termine e soprattutto non è in grado di andare al fondo del problema.
Gli antidepressivi non hanno solo una serie di effetti collaterali talvolta anche pericolosi, ma studi recenti hanno anche sollevato interrogativi sulla loro efficacia.
Apprendere quanto è necessario sapere sugli antidepressivi, essere in grado di valutare i costi ed i benefici del loro utilizzo, può essere utile a prendere una decisione informata e personale sulla reale utilità del farmaco nel proprio caso.
Un importante studio promosso dal governo degli Stati Uniti, pubblicato nel 2006, ha dimostrato che meno del 50 per cento delle persone che fanno uso di antidepressivi mostrano un miglioramento della sintomatologia, anche dopo aver provato due farmaci diversi.
Inoltre, molti di coloro che rispondono ai farmaci ripiombano presto in uno stato depressivo, nonostante continuino ad assumere i farmaci prescritti.
Altri studi mostrano come i benefici deputati ai farmaci antidepressivi siano stati sopravvalutati, ed alcuni ricercatori hanno concluso che nei casi di depressione lieve o moderata, gli antidepressivi hanno un effetto solo lievemente maggiore rispetto al placebo.
Gli esperti concordano sul fatto che la depressione non può essere attribuita solo ad uno squilibrio chimico cerebrale. La serotonina costituisce solo uno dei molti fattori che giocano un ruolo nel disturbo.
Le nuove ricerche si concentrano sugli ulteriori fattori biologici che possono essere legati alla depressione come infiammazioni, una concentrazione elevata di ormoni dello stress, indebolimento del sistema immunitario, anormalità di funzionamento di alcuni regioni cerebrali, deficit nutrizionali. E queste sono solo le cause biologiche.
I fattori sociali e psicologici – come la solitudine, lo scarso esercizio fisico, una dieta povera di nutrienti essenziali ed una bassa autostima – giocano un ruolo determinante nella depressione.
Trasmissioni televisive, articoli di giornale e talvolta anche molti medici tendono a diffondere l’ipotesi che la depressione sia causata da uno squilibrio chimico nel cervello che i farmaci sarebbero in grado di correggere. Secondo la teoria dello squilibrio chimico, sarebbero i bassi livelli di serotonina nel cervello a causare le depressione mentre i farmaci antidepressivi sarebbero in grado di riportare alla normalità i livelli di tale sostanza.
La verità è che i ricercatori sanno molto poco su come gli antidepressivi lavorino. Non esiste un test in grado di misurare la quantità di serotonina nel cervello di un essere vivente – come non c’è modo di definire quale sia un livello di serotonina “basso” o “normale”.
Se da una parte gli antidepressivi come il Prozac aumentano il livello di serotonina nel cervello – questo non significa che la depressione sia causata da un deficit nel livello di serotonina. Dopotutto l’aspirina fa passare il mal di testa ma questo non significa che il mal di testa derivi da un deficit di aspirina. Indipendentemente da tutto, le ricerche contraddicono la tesi secondo la quale la depressione sia causata da uno squilibrio biochimico.
Gli esperimenti dimostrano che un abbassamento del livello di serotonina nelle persone non comporta sempre un abbassamento del tono dell’umore, e non causa un peggioramento dei sintomi in chi soffre già di depressione. E se da una parte gli antidepressivi aumentano il livello di serotonina in poche ore, ci vogliono settimane prima che i farmaci siano in grado di alleviare i sintomi depressivi. Se fosse il basso livello di serotonina a causare la depressione, non sarebbe necessario aspettare tanto per riscontare l’effetto dei farmaci antidepressivi.
- Inibitori della Ricaptazione della Serotonina (SSRI)
- Antidepressivi Atipici
- Antidepressivi Triciclici (TCA),
- Inibitori delle Mono-Amino-Ossidasi (IMAO)
- Persone di età superiore ai 65 anni. Gli studi dimostrano che i farmaci SSRI possono incrementare il rischio di cadute, fratture e diminuzione della densità ossea negli adulti più anziani.
- In gravidanza. L’utilizzo dei farmaci SSRI nell’ultima fase della gravidanza può causare una sindrome di astinenza nei neonati. Sintomi tipici possono essere tremori, agitazione, lievi problemi respiratori, pianto debole.
- Adolescenti e giovani adulti. La Food and Drug Administration degli Stati Uniti impone alle case farmaceutiche di includere nei bugiardini dei farmaci antidepressivi un avvertimento sull’aumento del rischio di suicidio negli adolescenti ed i giovani adulti che li assumono.