La psicologia della felicità
Molte persone desiderano essere felici. La maggior parte degli esseri umani è impegnata– consapevolmente o meno – in azioni volte a migliorare i propri livelli di felicità.
Ma, come vedremo, talvolta queste azioni possono sortire l’effetto opposto, o renderci felici solo a breve termine, protraendo la condizione di insoddisfazione nel tempo.Esistono diverse definizioni di felicità, e le stesse sono cambiate molto nel corso dei secoli.
Questa emozione può essere descritta prendendo in considerazione aspetti diversi:
- A breve termine: le emozioni e i sentimenti che proviamo nel momento attuale come, piacere, gioia o tristezza. Si tratta di ciò che sperimentiamo nel qui e ora.
- A medio termine: la soddisfazione generale per la propria vita.
- A lungo termine: la consapevolezza del proprio valore personale e del contributo che possiamo dare come esseri umani. Aristotele la chiamava “azione virtuosa secondo ragione.”
Le prime due sono di certo più familiari; è quindi la terza visione della felicità – a lungo termine – quella a cui rivolgeremo l’attenzione.
Aristotele coniò il termine eudaimonia che in senso lato vuol dire “essere in compagnia di un buono spirito“. La felicità veniva considerata diretta conseguenza di un atteggiamento razionale, che portasse alla moderazione. Dato che il giusto mezzo si identificava con la virtù, per Aristotele la vita virtuosa e saggia portava alla felicità.
Secondo Aristotele, non è sufficiente essere abili o talentuosi per vivere una buona vita; è necessario essere impegnati in attività intellettualmente stimolanti che favoriscano il miglioramento individuale.
Allo stesso tempo, non sottovalutava altre dimensioni importanti della vita, come gli amici, la ricchezza e il potere. Dubitava infatti che l’uomo potesse raggiungere l’eudaimonia in completa mancanza di uno di questi aspetti cruciali.
Tradotto in termini più moderni, risulta complesso concepire una vita felice in mancanza di amici, una rete sociale, e di una situazione economica adeguata.
Ma tale teoria rischia di essere un po’ semplicistica. Quali sono, dunque, le letture più attuali del concetto?
Teorie sulla felicità in psicologia
Misurare la felicità è difficile. In primo luogo, si tratta di un concetto oggettivo o soggettivo? Riguarda come ci si sente adesso o in generale? È razionale o emotiva?
Gli psicologi stanno ancora dibattendo queste domande. A riprova di quanto sia importante questo campo di ricerca, è stato creata una rivista chiamata: Journal of Happiness Studies.
Ma ci sono tre teorie principali attorno alle quali gravita l’attenzione di molti ricercatori:
- La Teoria sulla Libertà di Scelta: secondo gli studi di Ronald Inglehart, professore e scienziato, la misura in cui una società consente la libera scelta, ha un impatto importante sulla felicità delle persone. Quando i bisogni primari sono stati soddisfatti, il grado di felicità raggiungibile, dipende da quanta libertà di scelta hanno le persone, nel modo di vivere la propria vita.
- La Teoria dell’Auto-determinazione: la scienza ha scoperto che anche la possibilità di fare scelte senza influenze e interferenze esterne è un fattore importante per vivere una vita felice. La motivazione intrinseca e la volontà di crescere – ovvero la capacità di auto-motivarsi – possono determinare quanto si è felici.
- La Teoria della Psicologia Positiva: infine, la psicologia positiva ritiene che invece di cercare di aggiustare le cose quando si rompono, dovremmo dedicare più tempo a migliorare il nostro benessere mentale in modo più positivo e proattivo. Questa teoria è supportata da una solida ricerca.
Nonostante la validità di queste teorie, vale la pena sottolineare che cercare la felicità a tutti i costi può anche avere effetti negativi. Ad esempio, gli scienziati hanno scoperto che l’incapacità di soddisfare aspettative eccessivamente elevate può creare frustrazione e incidere negativamente sull’umore. La ricerca mostra, inoltre, che la felicità è molto meno apprezzata nelle culture orientali rispetto a quelle occidentali. Infatti, in oriente, l’armonia viene considerata tra gli scopi più importanti da perseguire nella propria vitaVale la pena chiedersi: non dovremmo accettare e vivere appieno tutta la gamma delle nostre emozioni, sia positive che negative? Non ci renderebbe più umani? Potremmo cercare la felicità in un modo più equilibrato?
La trappola della felicità di Russ Harris
Estratto dalla “Trappola della felicità” di Russ Harris
La parola “felicità” ha due significati molto diversi. Di solito si riferisce a una sensazione: un senso di piacere, gioia o gratificazione.
A tutti piace sentirsi felici, per questo motivo inseguiamo i sentimenti positivi. Tuttavia, la felicità così come tutte le altre emozioni, non è durevole. A prescindere da quanto ci sforziamo di trattenerla, scivola via.
Ma una vita spesa all’inseguimento di quei sentimenti è, in sostanza, insoddisfacente. In effetti, più ci impegniamo a perseguire sentimenti piacevoli, più è probabile che soffriremo di ansia e depressione.
L’altro significato di felicità è “una vita ricca, piena e significativa”.
Quando agiamo in virtù delle cose che contano veramente per noi, quando ci muoviamo in direzioni che consideriamo preziose e degne, quando chiariamo cosa è importante e agiamo di conseguenza, allora le nostre vite diventano ricche, piene e significative, e sperimentiamo un potente senso di vitalità.
E non si tratta di una sensazione fugace – è un profondo senso di una vita ben vissuta. E sebbene si presenteranno indubbiamente molte sensazioni piacevoli, il nostro percorso sarà costellato anche da vissuti spiacevoli, come tristezza, paura e rabbia.
Vivere pienamente significa provare l’intera gamma delle emozioni umane.
Nel best seller “La trappola della felicità”, Russ Harris ci guida verso la comprensione profonda di questo secondo significato della felicità.
La realtà è che la vita implica dolore. Non c’è modo di evitarlo. In quanto esseri umani, siamo tutti di fronte al fatto che prima o poi invecchieremo, ci ammaleremo e moriremo. Prima o poi tutti perderemo relazioni di valore a causa del rifiuto, della separazione o della morte.
Prima o poi ci troveremo tutti faccia a faccia con crisi, delusioni e fallimenti. Ciò significa che in una forma o nell’altra, sperimenteremo tutti pensieri e sentimenti dolorosi.
La buona notizia è che, sebbene non possiamo evitare tale dolore, possiamo imparare a gestirlo molto meglio – per fargli spazio, superarlo e creare una vita degna di essere vissuta.
Falsi Miti sulla Felicita’
- Mito n. 1: la felicità è lo stato naturale di tutti gli esseri umani. La nostra cultura insiste sul fatto che gli esseri umani siano naturalmente felici. Ma quando cominciamo a riflettere sulla sofferenza causata da problemi come disturbi psichiatrici, solitudine, divorzio, difficoltà sessuali, stress lavorativo, crisi di mezza età, problemi di relazione, violenza domestica, isolamento sociale, bullismo, pregiudizio, bassa autostima, rabbia cronica e mancanza di significato o scopo nella vita – possiamo avere un’idea più realistica di quanto sia rara la vera felicità.
Sfortunatamente, molte persone hanno la convinzione che tutti gli altri siano felici tranne loro. E questa convinzione crea ancora più infelicità. - Mito n. 2: se non sei felice, sei difettoso. Seguendo logicamente il Mito 1, la società occidentale presume che la sofferenza mentale sia anormale. È vista come una debolezza o una malattia, il prodotto di una mente che è in qualche modo difettosa. Ciò significa che quando proviamo inevitabilmente pensieri e sentimenti dolorosi, spesso ci critichiamo per essere deboli o stupidi. La terapia dell’accettazione e dell’impegno (ACT- Acceptance and Committment Therapy) si basa su un assunto radicalmente diverso. ACT propone che i normali processi di pensiero di una mente umana sana, porteranno naturalmente a sofferenza psicologica.
“Non sei difettoso – la tua mente sta solo facendo il suo lavoro”.
Fortunatamente, l’ACT può insegnare come adattarsi a questo, in modo tale che la vita venga trasformata in modo potente. - Mito n. 3: per creare una vita migliore, dobbiamo sbarazzarci dei sentimenti negativi Viviamo nella società del benessere, una cultura completamente ossessionata dalla ricerca della felicità. E cosa ci dice di fare questa società? Eliminare i sentimenti “negativi” e accumulare quelli “positivi” al loro posto. È una bella teoria e in superficie sembra avere un senzo. Dopo tutto, chi vuole provare sentimenti spiacevoli? Ma le cose che generalmente apprezziamo di più nella vita portano con sé tutta una serie di sentimenti, sia piacevoli che spiacevoli. Ad esempio, in una relazione intima a lungo termine, insieme a sentimenti meravigliosi come amore e gioia, sperimenteremo inevitabilmente delusione e frustrazione.Non esiste il partner perfetto e prima o poi si verificheranno conflitti di interesse.
Lo stesso vale per quasi tutti i progetti significativi che intraprendiamo. Sebbene spesso portino sentimenti di eccitazione ed entusiasmo, generalmente portano anche stress, paura e ansia. - Mito n. 4: dovresti essere in grado di controllare ciò che pensi e senti
Il fatto è che abbiamo molto meno controllo sui nostri pensieri e sentimenti di quanto vorremmo. Non è che non abbiamo alcun controllo; è solo che abbiamo molto meno di quanto gli “esperti” vorrebbero farci credere. Tuttavia, abbiamo un enorme controllo sulle nostre azioni.
Ed è attraverso l’azione che creiamo una vita ricca, piena e significativa (l’acronimo ACT assume dunque anche il significato “agisci”.)
La stragrande maggioranza dei programmi di auto-aiuto si abbona al Mito 4.
Ad esempio, molti approcci insegnano a identificare i pensieri negativi e sostituirli con altri più positivi.
Altri approcci incoraggiano la ripetizione di affermazioni positive come “Tutto ciò che accade è per il mio bene “, o “Sono forte e capace in ogni momento”.
Altri ancora incoraggiano a visualizzare ciò che desideriamo, a immaginarci vividamente nel modo in cui desideriamo essere, vivendo la vita che sogniamo.
Il tema di base di tutti questi approcci è questo: “se sfidi i tuoi pensieri o immagini negative e, riempi la testa di pensieri e immagini positivi, troverai la felicità”. Se solo la vita fosse così semplice! Sicuramente molti hanno provato innumerevoli volte a pensare in modo più positivo alle cose e tuttavia quei pensieri negativi sono tornati ancora e ancora.
Le nostre menti si sono evolute in centomila anni per pensare come fanno, quindi è poco probabile che alcuni pensieri o affermazioni positive le cambieranno così tanto!
Non è che queste tecniche non abbiano effetto; spesso sono efficaci a breve termine, ma non in grado di eliminare i pensieri negativi a lungo termine.
Lo stesso vale per i sentimenti “negativi” come rabbia, paura, tristezza, insicurezza e senso di colpa.
Esistono moltitudini di strategie psicologiche per “sbarazzarsi” di tali sentimenti. Ma l’esperienza ci insegna che possono andare via per un po’, e poi tornano. E poi se ne vanno di nuovo. E poi tornano di nuovo. E così via.
E probabilmente abbiamo scoperto anche che all’aumentare del livello di angoscia, la capacità di controllare i sentimenti diminuisce progressivamente.
Questi quattro potenti miti forniscono il progetto di base per la “Trappola della felicità”. Ci siamo predisposti per una lotta che non potremo mai vincere: la lotta contro la nostra stessa natura umana. È questa lotta che costruisce la trappola.
Come Sentirsi Meglio: Un approccio equilibrato alla felicità
A volte, la vita non è gentile. Talvolta le cose vanno bene, ma per qualche motivo non ci sentiamo ancora abbastanza felici. Questo è il motivo per cui c’è di più nella felicità che nel comfort. E gestire i nostri livelli di felicità è un’arte in sé. Si parla di “arte” e non di “scienza”, perché le neuroscienze non hanno fatto molti progressi finora quando si tratta di comprendere la biologia della felicità.
Questo fantastico articolo è stato pubblicato alcuni anni fa e offre una panoramica dello stato attuale delle cose quando si parla di neuroscienze della felicità. In breve, abbiamo fatto molte scoperte sugli aspetti edonici della felicità, ciò che ci procura piacere. Sappiamo quali parti del cervello si attivano quando proviamo piacere, ma la ricerca che tenta di capire cosa succede nel nostro cervello quando siamo felici e perché, è ancora altamente speculativa.
Quindi, per ora, è la psicologia a condurre la danza. La dottoressa Carol Diane Ryff, accademica e psicologa americana, studia da decenni il benessere e la resilienza psicologica. Sulla base della sua ricerca, ha creato il modello a sei fattori del benessere psicologico, una teoria che delinea le componenti chiave della nostra felicità.
Ryff’s 6 factors of psychological well-being
- Accettazione di sé: si tratta di riconoscere e accettare tutti gli aspetti di se stessi, il buono e il cattivo. È essere consapevoli dei propri punti di forza e di debolezza e cercare di essere realistici nel modo in cui si valutano le proprie capacità e talenti. È il lavoro quotidiano di amare se stessi nonostante gli errori e le imperfezioni.
- Autonomia: essere indipendenti nel modo in cui si pensa e avere fiducia nelle proprie opinioni nonostante le pressioni sociali. Indica la capacità di fare le proprie scelte.
- Padronanza ambientale o autoefficacia: significa sentirsi responsabili. Essere in grado di utilizzare le opportunità che si presentano per soddisfare le proprie esigenze personali. Essere capaci di gestire fattori esterni e attività che si presentano nella vita quotidiana. Ha a che fare con la sensazione di avere il controllo della propria vita.
- Crescita personale: la crescita personale è lo sforzo consapevole per continuare a migliorarsi, attraverso nuove esperienze e cercando costantemente di diventare la versione migliore di se stessi.
- Relazioni positive con gli altri: amici, familiari, colleghi: per essere felici, è importante avere relazioni significative con gli altri che includano empatia reciproca, affetto e vari livelli di intimità.
- Scopo nella vita: infine, questo è uno dei fattori più importanti; si tratta di perseguire obiettivi compatibili con i propri valori personali e conferire significato e direzione alla propria vita.
Questo modello è stato utilizzato dalla dottoressa Ryff, per sviluppare un questionario sul benessere psicologico chiamato “PWS – Psychologycal well being scale” della quale esiste una versione di 84 item, tradotta e validata in Italia.
Ora sappiamo qualcosa in più su come misurare la felicità, ma se volessimo migliorarla? È possibile imparare a farlo?
Insegnare e apprendere la felicità – Psicologia Positiva
Martin Seligman è un pioniere della “Psicologia Positiva”.
Ha sviluppato una teoria sistematica che cerca di spiegare perché le persone felici siano felici e ha utilizzato un metodo scientifico per esplorarla. Scoprì che le persone più soddisfatte e ottimiste erano quelle che avevano individuato e utilizzato la personale combinazione di “punti di forza caratteristici”, come l’umanità, la temperanza e la tenacia.
Questa visione della felicità combina l’etica delle virtù di Confucio, Mencio e Aristotele con le moderne teorie psicologiche sulla motivazione. Seligman categorizza la felicità secondo tre dimensioni che possono essere coltivate:
- una vita piacevole … emozioni positive, piacere … sentire di più
- una buona vita … interconnessione, impegno … contribuire di più
- una vita significativa … realizzazione, significato … ottenere di più
La Vita Piacevole si realizza quando impariamo ad assaporare e apprezzare piaceri di base come la compagnia, l’ambiente e i nostri bisogni corporei.
Possiamo rimanere piacevolmente “bloccati” in questa fase o evolvere e sperimentare la cosiddetta Buona Vita, che si ottiene scoprendo le nostre virtù e punti di forza unici e impiegandoli in modo creativo per migliorare le nostre esistenze.
Secondo le moderne teorie sull’autostima la vita è veramente soddisfacente solo se scopriamo il valore insito in ognuno di noi. Uno dei modi migliori per scoprire questo valore è nutrire i nostri punti di forza unici e nel contribuire alla felicità dei nostri simili.
La fase finale è una Vita Significativa, in cui troviamo un profondo senso di appagamento impiegando i nostri punti di forza unici per uno scopo più grande di noi stessi.
Chiama questa combinazione una “vita piena”, o autentica felicità.
Nel suo recente libro “Flourish: una visionaria nuova comprensione della felicità e del benessere” Seligman condivide gli aggiornamenti della sua teoria del benessere. Afferma che lo scopo della Psicologia Positiva sia quello di contribuire non solo all’aumento della felicità ma al fiorire o alla piena realizzazione della natura umana.
A tale scopo introduce il modello chiamato “PERMA“: “PERMA” è un acronimo che indica i cinque elementi essenziali che contribuiscono al benessere individuale che sono:
- P – Emozioni Positive
Questo elemento è, forse, il collegamento più ovvio con la felicità. Concentrarsi sulle emozioni positive è più che sorridere: è la capacità di rimanere ottimisti e vedere il proprio passato, presente e futuro secondo una prospettiva costruttiva. Una visione positiva può aiutare nelle relazioni e nel lavoro e ispirare gli altri a essere più creativi e cogliere più possibilità.
Nella vita di tutti ci sono alti e bassi; concentrarsi sui “bassi” aumenta le possibilità di sviluppare frustrazione o depressione. Indipendentemente da ciò, molti sono i benefici che l’ottimismo e la felicità hanno sulla salute.
Come possiamo distinguere tra piacere e divertimento? Il piacere è collegato alla soddisfazione dei bisogni corporei per la sopravvivenza, come la sete, la fame e il sonno. Mentre il divertimento deriva dalla stimolazione intellettuale e dalla creatività.
- E – Engagement ovvero coinvolgimento
Le attività che soddisfano il nostro bisogno di coinvolgimento inondano il corpo di neurotrasmettitori positivi e ormoni che aumentano il senso di benessere. Questo impegno ci aiuta a rimanere presenti, come anche a individuare attività in cui troviamo calma, concentrazione e gioia. Ognuno di noi prova soddisfazione in attività diverse, che si tratti di suonare uno strumento, praticare uno sport, ballare, dedicarsi a un progetto interessante sul lavoro o anche solo un hobby.
Quando il tempo “vola” durante un’attività, è probabile che si stia sperimentando questo senso di coinvolgimento. Abbiamo tutti bisogno di qualcosa nella nostra vita che ci assorba nel momento presente, creando un “flusso” di immersione nel compito o nell’attività. Questo tipo di “flusso” o di coinvolgimento accresce la nostra intelligenza, abilità e capacità emotive.
- R – Relazioni
Le relazioni e le connessioni sociali sono cruciali per vivere una vita significativa. Troppo spesso, siamo influenzati dal pregiudizio dell’”individualità” come mezzo per raggiungere la felicità, in cui ogni persona guida la propria nave personale verso la riva. Ma nella realtà, siamo animali sociali programmati per connetterci ed entrare in relazione. Da qui, il bisogno fondamentale di relazioni sane: prosperiamo su connessioni che promuovono l’amore, l’intimità e una forte interazione emotiva e fisica con gli altri. Le relazioni positive con i propri genitori, fratelli, coetanei, colleghi e amici sono un ingrediente chiave per il benessere generale. Le relazioni forti forniscono anche supporto nei momenti difficili che richiedono resilienza.
In un’intervista, il dottor Mitch Printein, che si occupa di psicologia della popolarità, ha spiegato cosa dice la ricerca sui centri del dolore nel cervello umano. I nostri centri del dolore si attivano quando siamo a rischio di isolamento. Da una prospettiva evolutiva, l’isolamento costituisce uno dei pericoli maggiori ai fini della sopravvivenza. Questi centri di attivazione funzionano, nel corpo, come allarmi antincendio, scoraggiando le persone a continuare a provare questo dolore e, idealmente, spingendole a riconnettersi socialmente con un individuo o un gruppo. Abbiamo bisogno, neurologicamente, di sapere che apparteniamo a un gruppo; ci aiuta a sentirci al sicuro e apprezzati, ed è così da milioni di anni.
- M – Meaning ovvero significato
Avere una risposta sul “perché siamo su questa terra?” è un ingrediente chiave che può guidarci verso la realizzazione. La religione e la spiritualità forniscono significato a molte persone, così come lavorare per una buona compagnia, crescere figli, fare volontariato per una causa più grande ed esprimerci in modo creativo. Sfortunatamente, la cultura del consumismo, del glamour come anche della ricerca di ricchezza materiale, ha condizionato molte persone portandole a credere che il denaro sia la porta verso la felicità.
Sicuramente abbiamo bisogno di una condizione economica adeguata per poter soddisfare i bisogni di base; se questi vengono soddisfatti e lo stress finanziario non costituisce un problema, il denaro non rappresenta l’ingrediente per la felicità.
- A – Accomplishments ovvero realizzazione personale
Avere obiettivi e ambizioni può aiutarci a raggiungere scopi in grado di nutrire il nostro senso di realizzazione personale. È importante porsi obiettivi realistici e definiti nel tempo. L’impegno profuso per raggiungerli, è di per sé sufficiente per farci provare un senso di soddisfazione. Ottenere risultati nella vita è importante per spingerci a prosperare, e a migliorare il nostro senso di autoefficacia e di valore personale.
Nel libro “La costruzione della felicità”, Martin Seligman colleziona i risultati di anni di ricerca ed esperienza in materia di felicità.
Come Sentirsi Vivi: Abitudini da inserire nella Routine
La felicità ha un significato diverso per ciascuno di noi. Per qualcuno, si tratta di essere in pace con se stessi. Per altri avere una rete sicura di amici che mostrino accettazione incondizionata. O la libertà di perseguire i propri sogni più profondi.
Indipendentemente dalla propria versione della felicità, vivere una vita più soddisfacente è possibile. Apportare modifiche alle nostre abitudini può essere utile, seppur difficile. Di seguito una serie di suggerimenti e indicazioni.
Scegliete quelle che meglio corrispondono ai vostri valori e alla vostra idea di benessere.
- Sorridere: Tendiamo a sorridere quando siamo felici. Ma in realtà è una strada a due sensi. Sorridere fa sì che il cervello rilasci dopamina, rendendoci più felici. Ciò non significa che sia necessario andare in giro con un sorriso falso stampato sul viso tutto il tempo. Ma possiamo provare ad abbozzarne uno quando ci sentiamo giù, oppure a iniziare ogni mattina sorridendo a noi stessi allo specchio.
- Fare Esercizio fisico: L’esercizio non ha vantaggi solo per il corpo. Svolto regolarmente può aiutarci a ridurre lo stress, i sentimenti di ansia e i sintomi della depressione, aumentando al contempo l’autostima e la felicità.
Anche una piccola quantità di attività fisica può fare la differenza. Non è necessario allenarsi per un triathlon o scalare una montagna, a meno che questo non sia ciò che ci rende felici, ovviamente. - Dormire a sufficienza:Non importa quanto la società moderna ci orienti verso l’iperattività; sappiamo che un sonno adeguato è vitale per una buona salute, la funzione cerebrale e il benessere emotivo.|
Ecco alcuni suggerimenti per aiutarci a costruire una routine del sonno migliore:
- Annota quante ore di sonno dormi ogni notte e quanto ti senti riposato. Dopo una settimana, dovresti avere un’idea migliore di come stai.
- Vai a letto e svegliati alla stessa ora tutti i giorni, compresi i fine settimana.
- Riserva l’ora prima di andare a letto a una routine tranquilla. Fai un bagno, leggi o fai qualcosa di rilassante. Evita di mangiare e bere troppo.
- Mantieni la camera da letto buia, fresca e silenziosa.
- Investi in una buona biancheria da letto.
- Se devi fare un pisolino, prova a limitarlo a 20 minuti.
- Se hai costantemente problemi a dormire, parla con il tuo medico. Potresti avere un disturbo del sonno che richiede un trattamento.
- Mangiare ponendo attenzione all’umore: Le scelte alimentari hanno un impatto sulla nostra salute fisica generale.
Alcuni cibi possono anche influenzare il nostro stato d’animo in positivo come i “cibi antidepressivi” e in negativo.
Per esempio: I carboidrati rilasciano serotonina, l’ormone del “benessere”. Basta ridurre al minimo i carboidrati semplici – cibi ricchi di zuccheri e amido – perché l’impennata di energia che forniscono è di breve durata. I carboidrati complessi, come verdure, fagioli e cereali integrali, hanno una funzione migliore.
Carne magra, pollame, legumi e latticini sono ricchi di proteine. Questi alimenti rilasciano dopamina e norepinefrina, che aumentano l’energia e la concentrazione.
I cibi altamente elaborati o fritti tendono a incidere negativamente sull’umore.Si può iniziare facendo piccole scelte migliori ogni giorno. - Mostrare gratitudine: Il semplice “essere grati” può dare all’ umore una grande spinta, tra gli altri vantaggi. La gratitudine può avere un impatto significativo sui sentimenti di speranza e felicità.
Inizia ogni giornata identificando una cosa per cui sei grato. Puoi farlo mentre ti lavi i denti o stai semplicemente aspettando che suoni la sveglia dopo averla posticipata.
Durante la giornata, cerca di porre attenzione alle cose piacevoli della tua vita. Possono essere grandi cose, come piccoli piaceri, che spesso diamo per scontato.
Le piccole cose contano, come un collega che ti offre una tazza di caffè o il vicino che saluta calorosamente. Fosse anche solo il calore del sole sulla tua pelle.
Con un po’ di pratica, potresti persino diventare più consapevole di tutte le cose positive intorno a te.
- Fare complimenti: La ricerca mostra che compiere atti di gentilezza può aiutarci a sentirci più soddisfatti.
Fare un complimento sincero è un modo semplice e veloce per rallegrare la giornata di qualcuno dando una spinta alla nostra felicità. - Respirare profondamente: Gli esercizi di respirazione profonda possono aiutare a ridurre lo stress.
La prossima volta che ti senti stressato, segui questi passaggi:
– Chiudi gli occhi. Cerca di immaginare un ricordo felice o un posto bellissimo.
– Fai un respiro lento e profondo attraverso il naso.
– Espira lentamente attraverso la bocca o il naso.
Ripeti questo processo più volte, finché non inizi a sentirti calmo. Se hai difficoltà a fare respiri lenti e deliberati, prova a contare fino a 5 nella tua testa ad ogni inspirazione ed espirazione.
- Valida i momenti negativi: Coltivare un’attitudine positiva è funzionale, ma le cose brutte accadono a tutti. Sono parte integrante della vita. Se ricevi una brutta notizia, commetti un errore o ti senti giù, non cercare di fingere di essere felice. Riconosci la sensazione di infelicità, permettendoti di provarla per un momento. Quindi, sposta la tua attenzione su ciò che ti ha fatto sentire in questo modo e su ciò che potrebbe essere necessario per recuperare. Un esercizio di respirazione profonda potrebbe essere d’aiuto? Una lunga passeggiata fuori? Ne parliamo con qualcuno? Lascia passare il momento e prenditi cura di te stesso. Ricorda, nessuno è sempre felice.
- Tenere un diario: Un diario è un buon modo per organizzare i pensieri, analizzare i sentimenti e fare progetti.Si può semplicemente annotare alcuni pensieri prima di andare a letto. Se mettere per iscritto certe cose ti rende nervoso, puoi sempre distruggerlo quando hai finito. È il processo che conta.
- Imparare a gestire lo stress: La vita è piena di fattori di stress ed è impossibile evitarli tutti. Non ce n’è bisogno. Lo stress non è sempre dannoso e possiamo cambiare il nostro atteggiamento nei confronti dei fattori che lo alimentano.
- Fare ordine: 20 minuti a settimana sono più che sufficienti. Cosa è possibile fare in 20 minuti? Tante cose.
Imposta un timer sul telefono e passa 15 minuti a riordinare un’area specifica di una stanza, ad esempio l’ armadio o quel contenitore della spazzatura fuori controllo. Metti tutto al suo posto e getta o dai via qualsiasi oggetto extra che non ti serve più. Usa i 5 minuti rimanenti per fare una breve passeggiata nel tuo spazio vitale, mettendo via tutti gli oggetti vaganti che finiscono sul tuo cammino. Puoi farlo una volta alla settimana, una volta al giorno o ogni volta che senti che il tuo spazio sta andando fuori controllo.
- Prendersi cura di sé: È facile trascurare la cura di sé nel contesto di un mondo frenetico. Ma il nostro corpo è veicolo dei nostri pensieri, passioni ed emozioni; non merita un po’ di cure amorevoli? Potremmo trovare del tempo per fare un lungo bagno caldo. O adottare una routine di cura del corpo. O semplicemente riservarci una serata piacevole per fare ciò che ci rilassa.
Qualunque cosa sia, è importante trovare il tempo da dedicarle. Potrebbe addirittura essere utile inserirla in agenda.
- Prendere in considerazione la meditazione: Ci sono molti metodi di meditazione da esplorare. Possono coinvolgere movimento, concentrazione, spiritualità o una combinazione di tutti e tre. La meditazione non deve essere complicata. Può essere semplice come sedersi in silenzio con i propri pensieri per 5 minuti. Anche gli esercizi di respirazione profonda menzionati in precedenza possono servire come forma di meditazione.
- Prendere in considerazione una psicoterapia: Diventiamo sicuramente più sereni quando impariamo ad affrontare gli ostacoli. Quando ti trovi di fronte a un problema, pensa a cosa ti ha aiutato a superare momenti difficili in passato. Funzionerebbe qui? Cos’altro puoi provare?
Se ti senti come in un vicolo cieco, considera di intraprendere un percorso con un terapeuta. Non è necessario soffrire di una condizione mentale o una crisi travolgente per richiedere un aiuto professionale. I terapeuti sono formati per aiutare le persone a migliorare le capacità di coping. Anche solo poche sessioni possono aiutarti ad aggiungere alcune risorse alla tua “cassetta degli attrezzi emotiva”.
E ancora …
- Passare del tempo con gli amici
- Pianificare la settimana
- Spegnere il telefonino di tanto in tanto
- Passare del tempo immersi nella natura
- Aiutare le altre persone
- Fare attività che ci nutrono, anche da soli
- Prendersi il tempo per riflettere sulla propria vita
- Rivalutare i propri bisogni e obiettivi
- Prendersi cura della propria salute
- Esprimere la proprie emozioni e decidere la battaglie che vale la pena combattere e le cose che vale la pena lasciare andare