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CINQUE MODI IN CUI POTRESTI SABOTARE TE STESSO

La maggior parte di noi ha degli obiettivi sia grandi, sia piccoli. Che cosa ci impedisce di soddisfarli? Cosa ci porta a sabotare le nostre azioni? Perché raggiugiamo alcuni obiettivi con successo, mentre altri rimangono sulla nostra lista di cose da fare, infastidendoci per mesi o addirittura anni? Per molti di noi il problema non

Contenuti di questo post:

    La maggior parte di noi ha degli obiettivi sia grandi, sia piccoli. Che cosa ci impedisce di soddisfarli? Cosa ci porta a sabotare le nostre azioni?

    Perché raggiugiamo alcuni obiettivi con successo, mentre altri rimangono sulla nostra lista di cose da fare, infastidendoci per mesi o addirittura anni?

    Per molti di noi il problema non sta solo negli obiettivi che ci siamo prefissati, ma anche nei modi in cui evitiamo di raggiungerli. Noi possiamo avere i traguardi più funzionali, ben definiti e realistici del mondo, ma cosa succede se ci impegnamo in un auto-sabotaggio? La nostra capacità di soddisfare un obiettivo è finita prima ancora di iniziare. Questi metodi di auto-sabotaggio possono impedirvi di arrivare dove volete, di definire che avete bisogno di cambiare e di diventare la persona che vorreste essere.

    Si può sapere cosa si vuole ed essere abbastanza sicuri della strada da percorrere, ma non è raro che ci si blocchi nella tendenza all’ auto-sabotaggio. Riconoscete uno dei seguenti comportamenti in voi stessi?

    1. Soffermarsi sul: “Se solo ….”

    Tutti noi abbiamo rimpianti su qualcosa che abbiamo fatto (“se solo non avessi lasciato l’ università”), o qualcosa che non abbiamo fatto (“se solo avessi incrementato di più le amicizie”). A volte facciamo il gioco del “se solo” su cose che non possiamo controllare, ma che vogliamo siano state diverse: “Se fossimo cresciuti con genitori diversi, se avessimo avuto più talento, se il nostro partner fosse stato diverso in qualche cosa”. Questi pensieri possono accompagnarci per decenni e il problema nel rapportarsi ad essi è che ci portano a non agire. Ripetutamente rivediamo le nostre fantasie  soprattutto quando coinvolgono cose su cui non possiamo effettuare un cambiamento immediato. Data la mancanza di una macchina del tempo e la capacità di correggere persone che non siano noi stessi, continuando a indulgere in questi pensieri, sviluppiamo solamente ulteriore frustrazione. Essi infatti non stimolano l’azione, l’ ispirazione o il problem-solving. E peggio di tutto, soffermandosi su di essi, si mantengono gli stessi schemi mentali in corso (ruminare e soffermarsi sugli aspetti imperfetti del vostro partner costruisce un risentimento che tende a peggiorare il vostro). Prova a modificare la modalità “se solo” in una mentalità completamente diversa, accettando ciò che è stato fatto e usando questo per influenzare le vostre azioni future. Come ad esempio, “X è in questo modo, ma Y può essere così” o “non posso annullare il mio passato, ma sono in grado di influenzare il mio futuro”. Ognuno di questi è un  nuovo e più funzionale modo per modificare la mentalità “se solo”.

    2. La paura dei vostri pensieri

    Uno dei modi più semplici per garantire che un pensiero avrà potere su di voi è quello di tentare di sopprimerlo. A volte facciamo ciò perché i nostri pensieri ci terrorizzano. Quando si elimina un pensiero, però, non hai nessuna possibilità di elaborarlo, di capire, sentire, e forse alla fine, decidere che non ha senso. Ironia della sorte, cercando di fuggire da ciò che il cervello ti dice, tu dai ancor più importanza ai pensieri. Questa è una delle caratteristiche delle persone che lottano contro pensiero ossessivo. Esse rimangono bloccate nel cercare disperatamente di allontanarlo da sé, soprattutto perché soffrono nell’ averlo. Ma rimanedo intrappolate in questa battaglia, non vanno avanti. Più combatti i tuoi pensieri, più neghi a te se stesso l’opportunità di lavorarci e rimani bloccato in un schema di pensiero negativo. Prova a riconoscerli e ad affrontarli, sottolineando che essi sono solo pensieri ed etichettandoli come tali. Ad esempio: “Sto avendo il pensiero che è stato un errore fidanzarsi. Questo è probabilmente perché sono stressato. Non devo avere paura di questo pensiero, ma averlo è umano. Cercherò di riposarmi per superare questa brutta settimana di lavoro e vedere se mi sento in modo diverso. Se non lo faccio, penso che le cose andranno peggio”.

    3. Seppellire i tuoi sentimenti

    Chi evita pensieri fastidiosi va a braccetto con chi sta cercando di seppellire o mascherare emozioni ritenute inaccettabili. Molte persone pensano che riconoscere pienamente le proprie emozioni significhi assecondare ed esprimere ogni tipo di emozione negativa. Ma permettersi di sentire le proprie emozioni non è la stessa cosa di esprimerle in tutta la loro grandezza. In realtà, avrete meno probabilità di vivere i sentimenti in modi inappropriati se li avete effettivamente riconosciuti e se avete lavorato su di essi. Spesso seppelliamo i sentimenti di colpa: “.. Sono arrabbiato con mia sorella a causa di quel commento sul mio peso, ma lei è una persona dolce e lo fa tanto per me. Non ho il diritto di cercare il pelo nell’ uovo” o la paura: “Se lascio che mi senta triste per la rottura della mia storia, sarò così depresso che non sarò nemmeno in grado di fare nulla.” Ma le emozioni, quando vendono soppresse, crescono sempre più grandi. E sono inclini a corrodere le persone dall’interno verso l’esterno. Le emozioni non tendono ad andare via da sole solo perché noi cerchiamo di tenerle dentro. E’ simile a chiudere ripetutamente un coperchio su una pentola di acqua che continua a bollire. Lo sai che se lasci che l’acqua abbia un po’ di aria, mettendo il coperchio in modo che esso non copra completamente la pentola, ottieni delle semplici bolle anzichè una schiuma rumorosa e che esce dalla pentola. Riconoscendo le tue emozioni eviti che esse vadano fuori controllo, mentre mettere un coperchio su di loro, otterrai l’ effetto opposto.

    4. Avere l’ abitudine dirsi d’ iniziare domani

    Talvolta sei così completamente frustrato che sono le tre del pomeriggio e hai fatto ben poco lavoro. Per alcuni la tendenza più facile è quella di lasciar perdere tutto per il resto del giorno e pensare alla giornata di domani. Ma non è mai domani. Se non utilizzo il tempo che ho a disposizione oggi, rimandandolo a domani, ciò che si desidera fare rimarrà sempre oltre la vostra portata, perché domani è un bersaglio in continuo movimento. Se sei una persona che deve avere una spinta per ottenere motivato, non ne hai bisogno domani. Perché non iniziare subito anche per pochi minuti? Questo aiuta a fermare l’ondata del “tutto o niente”  pensando di spostare sempre più lontano i vostri obiettivi. Invece di rimandare a domani, fate una camminata veloce, una breve meditazione, una chiacchierata con un amico. Concedetevi cinque minuti di un video che vi fa ridere. Ognuna di queste cose può aiutarvi a ripristinare la vostra mente e la vostra produttività molto meglio di quanto il vago “domani” vi permette di fare.

    5. Lasciare che l’ inerzia vi danneggi, anziché aiutarvi

    L’inerzia è fantastica quando è dalla tua parte. Se prendi una sana abitudine e la mantieni per diverse settimane, preparandoti un caffè anziché acquistarlo, facendo le scale anziché usare l’ascensore, ordinando le email quando ti arrivano, diventa molto più facile per mantenerla. Ma troppo spesso, l’inerzia si applica alle abitudini che non vogliamo avere e alle attività che ci fanno sentire improduttivi e non in salute. Questo è il motivo per cui lo stato psicologico discusso sopra può essere così potente. Noi desideriamo disperatamente essere liberi da ciò che crediamo essere negativo. Non vogliamo  continuare con queste abitudini. Preferiamo ricominciare da capo perché è un’opzione molto più attraente. Ecco come stanno le cose.  Come nei nostri movimenti quotidiani, siamo inclini a muoverci o restare in posto a causa di questa forza di inerzia e nessuno può cambiarla se non noi stessi. Quando incomincia l’ anno nuovo, guardando il calendario, ci diamo ai buoni propositi. Ma essi non saranno realizzati se non affrontiamo l’inerzia sottostante, il che è fondamentale per cambiare il comportamento a lungo termine. Per questo è necessario costruire il giusto assetto mentale giorno per giorno in modo che le nuove abitudini prendano piede. Altrimenti l’inerzia delle vecchie abitudini non andrà mai via. Sì, quel nuovo abbigliamento per l’ allenamento è favoloso, ma se la vostra palestra è ancora troppo lontana o troppo incompatibile con le ore di lavoro, allora non avrete fatto nulla per affrontare l’inerzia che vi impedisce di andare in palestra. Concentrarti non sull’ avviamento della batteria, ma sulla sua carica e revisione in modo da far sì che l’inerzia lavori per voi, piuttosto che contro di voi.

    Fonte: Psychology Today

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